Il Poster Ufficiale di QUANTO BASTA con Vinicio Marchioni, Valeria Solarino e Luigi Fedele dal 5 Aprile al cinema
Arturo è uno chef talentuoso, ma dal carattere pessimo, che è finito dentro per rissa. Quando esce dal carcere viene affidato ai servizi sociali con il compito di insegnare a cucinare a un gruppo di ragazzi con disturbi del neurosviluppo. Qui conosce sia Anna che Guido, un ragazzo con la sindrome di Asperger e una grande passione per la cucina. Arturo ci metterà poco a riprendere le cattive abitudini, ma l'improbabile amicizia con Guido lo aiuterà a cambiare vita.
NOTE DI REGIA
Arturo,
cuoco non più di successo, con problemi di controllo dell’aggressività, “troppo
bravo per i ristoranti scarsi e troppo sputtanato per quelli fighi”, incontra
sulla sua strada Guido, un mite giovane aspirante cuoco con sindrome di
Asperger. Quando le circostanze lo
obbligano ad accompagnare Guido a un talent culinario – manifestazione che
Arturo odia - si crea un rapporto di
amicizia e di fratellanza che cambierà i destini di entrambi.
Arturo
tratta Guido senza filtri, senza pietismo e in modo istintivo, alla pari,
talvolta sbagliando. Ma di fronte alla “neurodiversità”, che non è inferiorità,
del ragazzo, Arturo tende a poco a poco a mutare il proprio comportamento e a
ridefinirsi come persona. Del resto la sindrome di Asperger che caratterizza
Guido ha un interessante aspetto metaforico e universale: alcune delle
criticità che la caratterizzano, come la difficoltà (non l’impossibilità) ad
entrare in empatia con gli altri, e la fatica nel capire le convenzioni sociali
e le regole non scritte, sono comuni ai due protagonisti e a tutti i
“neurotipici”, i non appartenenti allo spettro autistico.
Arturo
ha una forte tendenza alla critica e alla polemica, che ha finito per
emarginarlo. Guido rischia di apparire
troppo normale per essere considerato bisognoso di supporto e troppo bizzarro
per potersi inserire nel lavoro. Ma entrambi hanno una visione personale del
cibo e della gastronomia. E a dispetto della loro eccentricità, ai fornelli
sono più tradizionalisti che sperimentatori. Anche se Quanto basta è più un
film sull’amicizia che sulla cucina, è davanti al cibo che i due trovano il
loro punto d’incontro: sono rigorosi fino all’intransigenza. È nel viaggio che
progressivamente si realizza un rovesciamento di prospettiva, fino a far
chiedere allo spettatore chi sia quello che sta accompagnando l’altro. Non
solo: Guido e Arturo, a tratti, finiscono per sembrare più lucidi e razionali
degli altri personaggi: infatti anche Anna e Celso e persino l’amico - nemico
di Arturo, Daniel, finiranno per compiere scelte che non ci aspetteremmo da
loro. Sento, quindi, una continuità con altri miei lavori, soprattutto Emma
sono io, in cui la diversità, vera o apparente, (in quel caso uno squilibrio
mentale, la sindrome bipolare), diveniva anche una risorsa e rovesciava lo
schema di rapporti tra chi aiuta e chi viene aiutato.
Commedia
d’incontri, feel good movie, buddy film, o come vogliamo definirlo, Quanto
basta è in primo luogo un film di personaggi, che non ha paura delle emozioni e
dei sentimenti positivi. In questo senso fin dall’inizio decisivo è stato il
ruolo degli attori, straordinari per la loro preparazione e per la generosità
che hanno dimostrato sul set, divenendo veri e propri coautori.
Francesco Falaschi
https://www.facebook.com/QuantoBastaIlFilm/
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