WOMEN AND THE CITY: si chiude con successo la seconda edizione del festival dedicato alla parità di genere

 


In una società dove il processo di uguaglianza e l’eliminazione del gender gap è ancora lento, la discussioni dei temi sulla parità di genere è scorsa a grande velocità durante il festival WOMEN AND THE CITY, che si è svolto con successo dal 9 al 13 ottobre. Nei 5 giorni di festival, e due di pre festival, con oltre 150 ospiti, si sono sviluppate e discusse nuove pratiche su parità e inclusione. Molti gli spunti, le riflessioni e le testimonianze emerse che tracciano nuove strade e percorsi ancora da intraprendere. L’11 novembre si conclude la seconda edizione con un evento dedicato all’intelligenza artificiale.

Anche dove si è rotto il soffitto di cristallo rimangono gli stereotipi - “La sfida più urgente è la conciliazione, il problema più grosso in italia. Una giovane donna con figli per stare sul mondo del lavoro fa fatica. Da 20 anni il 25% di donne esce dal mercato occupazionale per motivi familiari. E, anche lì, dove in parte si è rotto il soffitto di cristallo, si ripete una stereotipizzazione di ciò che possono fare o non fare le donne.” Chiara Saraceno, professoressa emerita all’Università di Torino e al Wissenschaftszentrum Berlin für Sozialforschung


La scuola ha bisogno di una società che l’assecondi nel pensiero - “Le ragazze di oggi fanno fatica a sentirsi rappresentate dalla storia. La normativa scolastica ha un secolo di vita, è congelata nel passato. Un pensiero che non ha più voglia di interrogarsi, crede di aver capito tutto, non ha più la curiosità di scoprire cosa viene dopo.” Annalena Benini direttrice artistica del Salone del Libro di Torino


Se la natalità è importante serve l’investimento - “Se si sostiene che la natalità è importante serve dimostrarlo mettendoci i soldi.

Siamo in un paese dove  anche le persone che vorrebbero non fanno figli, seppur in tanti casi si tratti di coppie dove lavorano entrambe le parti. Se guardassimo alla vicinissima Spagna, dove si equipara maternità e paternità, avremmo riflessi positivi: non ci sarebbero elementi discriminatori, uomini o donne sarebbero distanti dall’azienda per lo stesso periodo e non si preferirebbe l’assunzione per genere.” Azzurra Rinaldi economista femminista che insegna Economia Politica presso l’Università Unitelma Sapienza di Roma, dove è anche direttrice di School of Gender Economics


Lasciate i pavimenti sporchi e occupatevi del conto corrente - “Il denaro è un mezzo, non è un fine: serve che le donne abbandonino la cura della casa, i dati ci dicono che nell’80% dei casi le donne curano la casa da sole, lasciate i pavimenti sporchi e occupatevi del conto corrente.” Giovanna Paladino capo della segreteria tecnica di Presidenza di Intesa Sanpaolo e direttore e curatore del Museo del Risparmio.


Discriminazioni nei libri di testo le politiche sono ferme da 40 anni “Nel 1985 ci fu la prima direttiva europea per eliminare le discriminazioni tra uomini e donne nei libri di testo: queste raccomandazioni del Consiglio dei Ministri Europeo sono ferme da 40 anni, quello che allora veniva promosso come una raccomandazione, è ancora quello che cerchiamo di fare oggi.” Mila Spicola, attivista femminista, esperta in politiche di genere e educative.



Si chiude con un grande successo di pubblico e molte idee sul tavolo la II edizione di Women and The City, il festival promosso e ideato dall'associazione Torino Città per le Donne con l’obiettivo di favorire le prospettive di genere e rendere gli spazi e le pratiche cittadine accessibili, inclusive ed eque. Un appuntamento nato dall’esperienza maturata nel tempo dall'Associazione TOxD (Torino Città per le Donne) presieduta da Antonella Parigi, assessora alla Cultura e alle Pari opportunità del Comune di Moncalieri, manager culturale, ex assessora alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, fondatrice del Circolo dei Lettori, della Scuola Holden (con Alessandro Baricco) e della stessa TOxD. Una programmazione ricca e variegata programmazione progettata dal Comitato Organizzatore coordinato dalla giornalista Elisa Forte curatrice del Festival. 

Nelle cinque giornate si è voluto aprire un dibattito serio e coinvolgente che ha visto la partecipazione non solo di esperti ma anche del grande pubblico, aprendo così le porte a una riflessione collettiva. Uno spazio di dialogo e confronto che ha visto dibattere temi cruciali come l’uso di un linguaggio non offensivo nelle istituzioni e nelle scuole, la rigenerazione urbana, il ruolo delle donne nelle Stem e la condizione femminile nel mondo del lavoro, del cinema, della scienza e della medicina, la leadership femminile nelle aziende, il lavoro povero delle donne impiegate nei subappalti, il rapporto delle donne con i soldi, la maternità e il dolore delle madri lontane che lasciano i loro figli soprattutto nei Paesi dell’Est e sono sfruttate come braccianti agricole. “Un altro genere di idee” è stato il tema di questa edizione che ha portato a sviluppare molti spunti e riflessioni, tantissime anche le testimonianze che tracciano nuove strade e percorsi ancora da intraprendere per una vera parità di genere. L’ultimo evento della seconda edizione è stato dedicato all’imputato numero uno, al nemico della parità di genere: il patriarcato. Tema centrale della chiusura del festival che ha visto come protagonista Gino Cecchettin, padre di Giulia, impegnato a scardinare le dinamiche di violenza di genere a partire dalla narrazione e dalla denuncia dei comportamenti pericolosi e violenti. 


Tanti gli spunti emersi dalle discussioni seguendo il tema di questa edizione: “Un altro genere di idee” 


Politiche scolastiche più inclusive

Un’intera giornata è stata dedicata al mondo dell’istruzione e della formazione. Si è discusso di come l’istruzione non abbia uno sguardo paritario: le ragazze di oggi hanno una consapevolezza diversa, hanno un grande desiderio di accelerare ma nei libri di scuola quello che hanno fatto le donne non si vede, non c’è, come hanno sottolineato nel loro dialogo a due Annalena Benini, direttrice del Salone del Libro di Torino e Annalisa Cuzzocrea, vicedirettrice del quotidiano La Stampa. Un appuntamento dove si è dibattuto come il mondo della scuola possa e debba fare la differenza su inclusione e parità. 

Un punto focale, questo, che è emerso anche durante il primo corso di formazione per docenti sugli indici disparitari nei libri di testo scolastici che si è tenuto a Women and The City: “All'interno del volume "Female Cultural Production in Modern Italy" di Sharon Hecker e Catherine Ramsey-Portolano, è presente uno studio sulle antologie scolastiche di letteratura italiana del triennio della secondaria superiore che misura la presenza di “rappresentanza femminile” tra il 3% e il 7%.  - ha detto Mila Spicola, attivista ed esperta di politiche scolastiche - Non parliamo della filosofia e delle scienze: si sfiora lo zero. La rimozione culturale della donna dai libri di testo rappresenta essa stessa una delle più gravi forme di sessismo che accettiamo senza nemmeno rendercene conto: un femminicidio culturale che porta all’assenza quasi totale nei testi scolastici di ogni ordine e grado delle protagoniste della cultura in ogni ambito”. Sul tema sono intervenuti anche il dirigente scolastico Massimo Sapia,  Marzia Camarda, editor specializzata in scolastica e ancora esperti del settore e formatori come Filomena TavernitiJohnny Bertolio e Laura Gramuglia.  



Condizione femminile e mondo del lavoro: da Spark Innovation a No Women No Board

Come si rompe il soffitto  di cristallo? Come si sviluppano buone pratiche per l’empowerment femminile? Abbiamo cercato una risposta con la presentazione del progetto di TOxD e UniTo “No women no board”, il protocollo nato per stimolare le società non obbligate per legge a introdurre le quote rosa ma a prevederle tuttavia su base volontaria. La ricerca ha sviluppato 8 best practices finalizzate alla sostenibilità mediante la promozione della leadership femminile. Ne hanno parlato le docenti dell’Università di Torino Mia Callegari, coordinatrice Forjus e Hub genere e sostenibilità sociale del Dipartimento di Giurisprudenza e Eva R. Desana, referente del progetto, docente del Dipartimento di Giurisprudenza.

Con esperti del settore e rappresentanti delle associazioni di categoria abbiamo discusso di parità di genere e della condizione femminile nel mondo del lavoro per individuare strategie e superare le disparità. La professoressa Chiara Saraceno, nota sociologa, ha aperto il dibattito sulla condizione femminile e sulle sfide attuali: “La sfida più urgente è la conciliazione, il problema più grosso in Italia. Una giovane donna con figli per stare sul mondo del lavoro fa fatica. Da 20 anni il 25% di donne esce dal mercato occupazionale per motivi familiari. Aumenta l’occupazione femminile, ma questa percentuale non è stabile. Continuano stereotipi, cattiva divisione del lavoro ma è anche un problema di politiche aziendali e modelli culturali non sufficienti, non amichevoli nei confronti delle donne con figli. Serve lavorare sugli stereotipi, tra l’altro. La legge sulle quote rosa non è che una legge contro il monopolio blu. Questa ha avuto un grande successo in Italia portando le donne nei CDA dal 4 al 30%, ma  anche lì, dove in parte si è rotto il soffitto di cristallo, si ripete una stereotipizzazione di ciò che possono fare o non fare le donne.”

Una tavola rotonda che ha visto anche la presenza di esperte di settore con l’intervento di Alessandra Brogliatto, vicepresidente Comitato per l’imprenditoria Femminile Camera di Commercio di Torino e Lucia Pellino, Diversity & Inclusion, Welfare & Wellbeing Director Lavazza, per discutere gli ostacoli che le donne incontrano nell'avanzamento di carriera, dalle politiche di conciliazione tra vita professionale e privata, all'importanza di una maggiore partecipazione femminile nei settori strategici e nelle posizioni di leadership. 


Sempre in ottica aziendale sono stati preziosi sui temi del networking e dell’imprenditoria femminile gli interventi dei rappresentanti di realtà istituzionali e imprenditoriali sostenitrici del festival, come quello di ‍Alessandro Rusciano, direttore personale e Organizzazione Gruppo Iren; Matteo Bagnasco, responsabile Obiettivo Cultura Fondazione Compagnia di San Paolo; e Giorgia Garola, intervenuta al festival in due occasioni sia come vicepresidente di Unione Industriali e sia nel ruolo di membro della Giunta in rappresentanza della Camera di Commercio di Torino. 

Tra le iniziative di questa edizione di Women and The City, con la volontà di sostenere le nuove imprese a leadership femminili impegnate per l’innovazione di genere, è stato il concorso Spark Innovation. Un contest fatto dall'associazione Torino Città per le Donne in collaborazione con il Politecnico di Torino per promuovere e supportare le giovani imprenditrici e i giovani imprenditori e le loro idee che mirano a creare un impatto significativo nella parità di genere. Hanno partecipato al concorso 15 start up del territorio piemontese, tra queste ne sono state selezionate dalla giuria 10 che hanno ottenuto un percorso di mentorship promosso dal Politecnico di Torino, fino a selezionare la vincitrice che ha ricevuto dall’associazione TOxD un riconoscimento di 2.000 euro.


Parità salariali, idee di investimento ed emancipazione economica: i punti di vista di Rinaldi e Palladino

Come negoziare il proprio compenso? Come avere una vera crescita sociale che tenga insieme famiglie e lavoro? Tra le ospiti anche Azzurra Rinaldi economista femminista, che è intervenuta sul tema mostrando come i pregiudizi alla base delle disparità occupazionali e di salario tra maschi e femmine, tratteggino una situazione economica squilibrata, mai a favore delle lavoratrici. “Perché le donne non parlano di soldi? - ha domandato Azzurra Rinaldi, che ha proseguito -  Sin da bambine veniamo educate con una cultura che viene depotenziata. Uno studio dell’United Nations Development Programme ci dice che il 91% delle persone intervistate dichiara di agire in base agli stereotipi di genere. Lo studio ci fa capire come questo si ripercuota sulle nostre scelte quotidiane. Il 43% del campione pensa che sia più importante avere un lavoro per un uomo che per una donna. La donna è caregiver e fornisce cura gratis, l’uomo invece è quello che diventa il maschio-bancomat. Dobbiamo riconoscere che la guerra tra sessi è essa stessa uno strumento del patriarcato. Il problema è dunque culturale, lo vediamo sul tema della natalità. Se si sostiene che la natalità è importante serve dimostrarlo mettendoci i soldi. Una normativa che concede a una  madre -  stiamo parlando di una madre lavoratrice dipendente, il campo delle partite iva e delle freelance è molto più fragile e per altro è un campo più crescente e presente -  un congedo di 5 mesi retribuito al 100% e al padre riconosce 10 gironi, è una normativa che introduce un elemento discriminatorio.”


La riflessione sul rapporto delle donne con il denaro è stata centrale. Come Museo del Risparmio abbiamo fatto indagini di mercato su tutta Italia. Il 60% delle donne dichiara di delegare la gestione del denaro a casa. L’altro 40% quando le si chiede cosa fa con i soldi che guadagna, dice che li usa per la gestione per le spese familiari. Questa risposta non si può considerare come una gestione del denaro: non contempla un investimento.  Serve abbattere lo stereotipo che parlare di denaro non è un tema che compete alle donne.” ha detto Giovanna Paladino, capo della segreteria tecnica di Presidenza di Intesa Sanpaolo e direttore e curatore del Museo del Risparmio.


E ancora…

Questi e molti altri gli incontri che si sono susseguiti nei cinque giorni di festival. Tra i più seguiti e partecipati anche la presentazione dei due volumi dedicati alla figura genitoriale delle madri: con Stefania Prandi e con Monica D’Ascenzo; una riflessione sulla prospettiva da cui le donne guardano il mondo con Elena Granata, professoressa associata di Urbanistica al Dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano, con cui abbiamo pensato come rivedere la relazione tra spazi e vita, tra tempi quotidiani e aspettative di benessere, tra natura e città. Tra i temi trattati da questa edizione anche la medicina di genere di cui abbiamo parlato con l’attrice Chiara Martegiani, protagonista della serie Prime Video Antonia. Seguitissimi anche gli interventi di Rooy Charlie Lana, artista esperto in pratiche performative e studi queer legati all’identità transghost e Irene Facheris, attivista formatrice e scrittrice, che ha tenuto uno speech sulla maschilità e femminilità senza stereotipi.

Ancora un appuntamento in calendario per il festival Women and the city, il prossimo 11 novembre si discuterà come l’AI sta cambiando il mondo, le tecnologie, le persone, il lavoro e le organizzazioni con riflessioni ed esperienze insieme a Stem by Women


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