Intervista esclusiva a Marta Baroni

 

Ciao Marta prima di tutto ti ringrazio del tempo che ci hai concesso e ti chiedo di presentarti ai nostri lettori   Come e perché  è nata la tua passione per i fumetti

- Leggo e disegno fin da quando ero piccola, lo so è una risposta banale, ma è semplicemente così. Non mi sono mai mancati i libri illustrati, i topolino e i manga e in generale per casa giravano un sacco di fumetti grazie a mio papà che è divoratore di tutte le testate Bonelli. La mia famiglia mi ha sempre assecondata e spronata, io non ho mai smesso di disegnare e il resto è venuto da se.



Come hai trasformato la tua passione in lavoro

-Quando sei “piccolo”, al liceo per esempio, e non devi preoccuparti praticamente di niente non ci vuole tanto a renderti conto che se passi la maggior parte del tempo a fare una cosa probabilmente è quella che ti piace di più in assoluto.

Non ci ho girato tanto attorno, dopo il diploma mi sono iscritta alla Scuola Internazionale di Comics e poi all’AANT di Roma, dove ho studiato anche grafica e comunicazione visiva. Diciamo che non ho capito altrettanto in fretta che disegnare poteva essere un lavoro, o meglio come farlo. Cercavo di fare un po’ come facevano tutti, andavo alle fiere, preparavo timidi portfolii, aprivo blog, guardavo e leggevo un sacco.

Poi le cose hanno cominciato a muoversi e ad oggi lavoro principalmente nell’editoria per ragazzi, ora è uscito il mio primo fumetto da autrice con la Bao Publishing “Al sole come igatti”.




Il 17/07/15 esce  Al sole come i gatti ci vuoi presentare il tuo lavoro

-“Al sole come i gatti” fa parte de “Le città viste dall’alto” e io l’ho pensato appositamente per questa collana perché volevo tantissimo scrivere qualcosa su Roma, la mia città. L’ho covato per un sacco di tempo e alla fine ho trovato il mio linguaggio e il modo in cui realizzarlo. È un libro autobiografico che racconta la storia di questa ragazza al momento della sua partenza e del trasferimento in una nuova città. Durante il viaggio in treno si ritrova a fare amicizia con un suo coetaneo e inizia a raccontarsi, trasportandolo in un viaggio dentro Roma tra memorie di infanzia e adolescenza. Ho voluto raccontare la mia Roma, quella delle borgate e dei quartieri popolari e più in generale il senso di appartenenza che ci portiamo dietro e che ci accomuna tutti indipendentemente da dove nasciamo. In sostanza è un libro che parla dei luoghi dell’anima e del diventare grandi, di quanto è difficile ma bello; della nostalgia e dei ricordi, che non sono mostri cattivi da cui scappare, anzi, cose preziose da tenersi strette per non dimenticare mai chi siamo e da dove veniamo.





Lavorare con la Bao ha cambiato in qualche modo il tuo approccio nel fare fumetti?

-Sicuramente sì, era la prima volta che mi confrontavo con un lavoro così grande e ho capito tante cose di me, dei miei limiti e delle mie possibilità. Sono cresciuta moltissimo lavorando a questo libro.



Ti ringrazio ancora del tempo che ci hai concesso  ti saluto chiedendoti quali sono i tuoi progetti futuri e a quale evento i tuoi fans  potranno incontrarti

- Grazie a te! I miei fans, a patto che esistano, possono venire il 10 Luglio da Topaja Town a Roma dove presenterò il libro prima dell’uscita ufficiale nelle librerie.

Nuovi progetti tanti, uno su tutti è il nuovo fumetto a cui lavorerò quest’anno, sempre per BAO, ma questa volta per la collana Ba-Bao, per i più piccoli. Uscirà nel 2017. 

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